venerdì 6 novembre 2009

La pubblicità.


Tutti conosciamo il fascino a volte occulto della pubblicità. La pubblicità emoziona, innamora, seduce. Suscita emozioni. Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo. Volenti o non volenti, le nostre esistenze sono gestite e controllate attraverso la promozione di questo o quel prodotto. Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici, che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi.

La pubblicità arrivò in televisione italiana il 3 febbraio del 1957, ma una norma della Concessione tra il Ministero delle Poste e la Rai prevedeva che gli spazi pubblicitari non potessero superare il tetto del 5% del tempo di trasmissione totale. La pubblicità è un ponte fra il prodotto, o il servizio, e il consumatore. Può essere un ponte di pietra o di ferro, romantico o di disegno ultramoderno, sicuro o rischioso, largo o stretto, e così via. La pubblicità non è una strada da percorrere, ma da tracciare. Dice Antonio Machado: non ci sono strade se la strada non si fa camminando. Con il permesso del poeta, possiamo dire che in pubblicità forse si intuiscono strade, ma la strada vera si scopre percorrendola.

Oggi tenderemo capire qual è l'influenza, il rapporto che c'è tra la pubblicità e la società? La su importanza per creare la conoscenza di un prodotto o servizio; per creare l'immagine di marca; per influenzare gli atteggiamenti dei clienti; per rafforzare la fedeltà alla marca e al prodotto; per trasmettere informazioni e messaggi specifici; per rafforzare il ricordo. Siamo sottoposti a un bombardamento quotidiano di migliaia di messaggi pubblicitari che hanno ridotto lo spazio pubblico a un catalogo pubblicitario. Il budget mondiale del settore supera ormai i 500 miliardi di euro.

Nessun commento:

Posta un commento