venerdì 22 gennaio 2010

Good bye ai Paparazzi.


Nel mese scorso, la Regina Elisabetta ha chiesto ai media britannici di fermare la pubblicazione di fotografie dei membri della famiglia reale sorpresi in momenti privati della loro vita dai paparazzi. Il portavoce del Principe Carlo ha detto che ''I membri della famiglia reale ritengono di aver diritto alla privacy nelle loro attività quotidiane”. Ci voleva una ex star di Hollywood al governo per mettere un freno legislativo ai paparazzi. Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha firmato una legge che rafforzerà la protezione della privacy delle celebrità, imponendo dei forti limiti ai fotografi a caccia di scoop. L'atto permetterà infatti di denunciare i mezzi di comunicazione che compreranno e utilizzeranno per primi materiale che viola la privacy dei vip.

La gente ama gossip; in quando riguarda le celebrità ama di più. In qualche senso siamo troppo "interessarsi" delle vicende private delle persone che conosce. I media cercano di sfruttare questa debolezza umana. In conseguenza la vita privata delle persone, tante volte persone famose, diventa un “public show”. Nel caso di paparazzi e stampa scandalistica, contano molto poco le leggi. Capite che quando si parla di sotterfugi al limite della legalità pur di rubare un’immagine, a niente servono norme e divieti. Il diritto di cronaca ed il diritto alla privacy sono sempre stati in conflitto e quando un legislatore o un giudice diventa troppo rigido o intransigente, allora si arriva allo scontro.

Il Parlamento britannico nel 1972 nominò una commissione parlamentare,“The Royal Committee on Privacy”, allo scopo di redigere una proposta di legge a protezione della vita privata1. La proposta di legge fu respinta dalla camera ed il presidente della commissione scrisse pubblicamente: “Il progetto è fallito perché io sono stato incapace di stabilire una distinzione netta fra ciò che il pubblico ha diritto di conoscere e ciò che ognuno ha diritto di tenere per sé”. Da quel momento in poi i conflitti sulla privacy si decidono in sede giudiziaria. La situazione in Italia è simile. Esiste un ampio e ricco dibattito dottrinale sul diritto alla riservatezza che non è arrivato però al riconoscimento di un diritto generale alla riservatezza. Recentemente si è stabilita legalmente una garanzia della privacy personale nel controllo dei dati automatizzati, sia sugli archivi privati che pubblici: Legge 675 di 31 dicembre del 1996 di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali.

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